Descrizione
Località Raiano, Raiano, L'Aquila, Abruzzo
Data 13 febbraio 1944
Matrice strage Nazista
Numero vittime 1
Numero vittime uomini 1
Numero vittime uomini adulti 1
Descrizione: La sera del 13 febbraio 1944, a Raiano, poco dopo le 18, il sergente tedesco Giovanni Stenkling e il giovane Luigi Baratta, ventenne, carabiniere di Vinchiaturo, furono comandati di pattuglia per vigilare sulla corretta applicazione delle prescrizioni relative al coprifuoco. Verso le 18.55, i due giunsero nei pressi della rivendita di vino gestita dal giovane Guido Moca. In quel momento, all’interno della cantina, oltre all’oste, si trovavano Guerrino Bandini di Acquapendente, carabiniere in borghese, Aldo Valdre, di Faenza, e altri due uomini del posto: Rocco Fucinese e Domenico Cipriani. Il sergente Stenkling chiese i documenti a tutti; si rivolse poi a Fucinese e, come ricorderanno più tardi Cipriani e Moca, lo accusò di essere un “grande comunista” e “di volere la morte di Hitler e Mussolini”. Fucinese respinse le accuse del tedesco. Subito dopo aver identificato i presenti, il sergente tedesco ordinò al carabiniere Baratta di accompagnare Cipriani, Fucinese e Valdre in camera di sicurezza. Qui, i tre avrebbero dovuto trascorrere la notte per non aver rispettato le disposizioni relative al coprifuoco. Scortati da Baratta, i tre uscirono dalla cantina, mentre il sergente Stenkling si trattenne a discutere con Bandini. Appena fuori, Fucinese si volse indietro e iniziò a inveire contro il tedesco. Nonostante gli sforzi del giovane carabiniere nel cercare di trattenerlo, Rocco Fucinese riuscì a divincolarsi e a rientrare nella cantina. Qui, secondo le testimonianze di Moca e Bandini, Fucinese, nel pretendere la restituzione dei documenti “cercò di togliere il fucile mitragliatore al sergente tedesco”; quindi uscì di corsa nel tentativo di dileguarsi tra i vicoli del paese. Stenkling inseguì Fucinese e gli intimò di fermarsi, sparando una raffica di mitra in aria. Fucinese continuò la sua corsa, forse convinto di poter contare sul favore delle tenebre. A quel punto, Stenkling esplose una seconda raffica ad altezza uomo, in direzione del fuggitivo. Fucinese fu raggiunto da alcuni proiettili alle gambe e cadde a terra, ferito in modo grave. Nonostante ciò, Fucinese riuscì a trascinarsi in avanti per un centinaio di metri, fino a raggiungere l’ufficio postale dietro la chiesa della centrale piazza Umberto I. Qualche ora dopo, verso le 23, una pattuglia tedesca trovò il suo corpo oramai senza vita. Finita la guerra, il sergente tedesco Giovanni Stenkling fu denunciato dal Pretore di Pratola all’autorità giudiziaria di Sulmona. Dopo un lungo e complesso iter giudiziario, la sentenza fu emessa dalla Corte d’Assise di Sulmona il 13 giugno 1950. Stenkling fu condannato in contumacia a 21 anni di reclusione e alle spese di risarcimento per Paola Valeri, vedova di Rocco Fucinese.
Modalità di uccisione: uccisione con armi da fuoco
Tipo di massacro: legato al controllo del territorio
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Estremi e note penali: Corte d’Assise di Sulmona, sentenza del 13 giugno 1950.
Scheda compilata da Giulio Mario Salzano
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2018-06-08 16:06:23
Vittime
Elenco vittime
Rocco Fucinese, di anni 33, fu Damiano e fu Tirabassi Maria, coniugato con Valeri Paola.
Elenco vittime civili 1
Rocco Fucinese
Responsabili o presunti responsabili
Elenco reparti responsabili
Elenco persone responsabili o presunte responsabili
Giovanni Stenkling
Nome Giovanni
Cognome Stenkling
Ruolo nella strage Autore
Stato imputato in procedimento
Note responsabile Giovanni Stenkling, sergente dell’esercito tedesco
Note procedimento Corte d’Assise di Sulmona, sentenza del 13 giugno 1950.
Memorie
Memorie legate a questa strage
monumento a Raiano, villa comunale
Tipo di memoria: monumento
Ubicazione: Raiano, villa comunale
Descrizione: Il nome di Rocco Fucinese è riportato sul monumento dedicato alle vittime civili di guerra che sorge nei pressi della villa comunale di Raiano.