Descrizione
Località Viale delle Milizie, Roma, Roma, Lazio
Data 7 ottobre 1943
Matrice strage Fascista
Numero vittime 1
Numero vittime donne 1
Numero vittime donne senza informazioni 1
Descrizione: AI primi di ottobre del 1943, nella Roma occupata dai tedeschi, numerosi bandi di reclutamento coatto di forza lavoro italiana vengono affissi dal comando germanico per le vie della città. A questi si affiancano anche provvedimenti analoghi emanati dalle autorità della Repubblica Sociale Italiana, come nel caso del bando per il reclutamento di operai fatto affiggere sui muri della capitale l’8 ottobre 1943 dal neoministro della Difesa della Repubblica Sociale di Salò, Rodolfo Graziani. A Roma, però, come in altre città, numerosi sono coloro che vi si sottraggono, preferendo nascondersi in clandestinità. La mattina del 7 ottobre, militi fascisti della MVSN (Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale) assieme a un reparto della Polizia dell’Africa Italiana rastrellano le abitazioni in via delle Milizie in cerca di renitenti al lavoro obbligatorio. Dietro apposita segnalazione di un ex commesso della Camera dei Fasci e delle Corporazioni, tale Umberto Celestini - stando al quale un ragazzo vi aveva depositato una cassetta di bombe (cfr. A. Pompeo, Forte Bravetta…nota 72, p. 225) - i militi si presentano al civico 72 nell’appartamento della casalinga Rosa Guarnieri Calò Carducci. Qui sono affrontati sulla porta di casa dalla stessa Guarnieri, la quale, opponendosi coraggiosamente alla perquisizione del suo appartamento, concede il tempo necessario affinché il figlio, nascostosi in un armadio, riesca a scappare assieme ad altri giovani suoi amici che con lui avevano trovato riparo. Di fronte alle resistenze della donna, l’ufficiale della MVSN, Giuseppe Tirella, la uccide con un colpo di moschetto.
Modalità di uccisione: uccisione con armi da fuoco
Tipo di massacro: rastrellamento
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Estremi e note penali: Giuseppe Tirella venne condannato a morte dal Tribunale militare territoriale di Roma il 18 novembre 1943 per il reato di omicidio e usurpazione di funzione, quindi giustiziato lo stesso giorno presso il Forte Bravetta.
Scheda compilata da Francesco Fusi
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2024-04-05 14:08:16
Vittime
Elenco vittime
Rosa Guarneri Calò Carducci (nata Tiberi), nata a Castel del Piano (Grosseto), casalinga.
Elenco vittime civili 1
Rosa Guarneri Calò Carducci (nata Tiberi), nata a Castel del Piano (Grosseto), casalinga.
Responsabili o presunti responsabili
Elenco reparti responsabili
Elenco persone responsabili o presunte responsabili
Giuseppe Tirella
Nome Giuseppe
Cognome Tirella
Ruolo nella strage Autore
Stato imputato in procedimento
Note responsabile Giuseppe Tirella di Giorgio e Giovanna Nifosi, nato a Pozzallo il 16/03/1913, era un ufficiale della Marina mercantile il quale indossava abusivamente la divisa da ufficiale della MVSN, a cui in realtà non apparteneva.
Note procedimento Giuseppe Tirella venne condannato a morte dal Tribunale militare territoriale di Roma il 18 novembre 1943 per il reato di omicidio e usurpazione di funzione, quindi giustiziato lo stesso giorno presso il Forte Bravetta.
Memorie
Memorie legate a questa strage
luogo della memoria a Roma
Tipo di memoria: luogo della memoria
Ubicazione: Roma
Descrizione: Al nome di Rosa Guarnieri Calò Carducci nel dopoguerra è stata intitolata a Roma l’ex via precedentemente denominata col nome di Rosa Maltoni Mussolini, madre di Benito.
luogo della memoria a Castel del Piano (Grosseto)
Tipo di memoria: luogo della memoria
Ubicazione: Castel del Piano (Grosseto)
Descrizione: Alla vittima è stata intitolata anche una piazza del comune natio di Castel del Piano (Grosseto)
onorificenza alla persona a Rosa Guarnieri Calò Carducci
Tipo di memoria: onorificenza alla persona
Ubicazione: Rosa Guarnieri Calò Carducci
Anno di realizzazione: 1947
Descrizione: Il 3 gennaio 1947 alla memoria di Rosa Guarnieri Calò Carducci è stata attribuita dalla Presidenza della Repubblica Italiana la Medaglia d’oro al Valor Civile con la seguente motivazione: Sulla porta della sua casa affrontava, con intrepido coraggio, una pattuglia nemica di tedeschi e fascisti, che ricercavano il suo figliolo per trarlo in arresto quale reo di antifascismo e, sfidando le armi puntate sul suo petto e le crudeli minacce, si opponeva con tutte le sue forze ai ferri degli aguzzini. Colpita da più colpi di pistola e di moschetto cadeva esanime al suolo ed immolava la vita dando un nuovo, luminoso esempio del patriottismo e del coraggio della donna e della madre italiana.