Descrizione
Località Aiale, Casciana Terme Lari, Pisa, Toscana
Data 16 luglio 1944
Matrice strage Nazista
Numero vittime 15
Numero vittime uomini 12
Numero vittime bambini 2
Numero vittime uomini ragazzi 1
Numero vittime uomini adulti 9
Numero vittime donne 3
Numero vittime donne bambine 1
Numero vittime donne adulte 2
Descrizione: La strage di Aiale, avvenuta nell’omonima borgata di Lari, in provincia di Pisa, si verifica nelle ore successive alla ritirata della Wehrmacht, contemporaneamente all’arrivo degli americani. La strage avviene durante la liberazione della Valdera Toscana, la porzione di territorio compresa tra la valle del fiume Era e la valle inferiore del fiume Arno. La liberazione della Valdera è compiuta dalla Quinta Armata Americana tra il 10 e il 18 luglio 1944, secondo due direttrici: una, nell’interno, che da Volterra prosegue verso Lajatico, La Sterza, Pratello, Ghizzano, Fabbrica, Peccioli, Terricciola, Casanova, Santo Pietro Belvedere e Capannoli. L’altra, spostata verso la costa, da Castellina Marittima percorre la via Castellinese nella direzione dei paesi che portano alle rive del fiume Arno: Colle Montanino, Chianni, Casciana Terme, Lari, Ponsacco e Pontedera.
La borgata di Aiale si trova lungo una strada che dalla valle appena fuori il centro di Lari conduce alla frazione dei Boschi di Lari. Il 16 luglio 1944, mentre la Quinta Armata giunge nel larigiano per liberarlo e proseguire la marcia verso il fiume Arno, i cittadini presenti nei rifugi situati lungo la strada del borgo di Aiale escono per festeggiare l’arrivo dei soldati americani e, dopo pochi minuti, sono colpiti da una bomba lanciata da una postazione di artiglieria tedesca collocata sul colle dei Boschi di Lari. Muoiono così quindici civili e un numero imprecisato di soldati americani, all’incirca tre. Il resto dei soldati, infatti, sta ancora marciando in direzione dei rifugi. Per questo motivo si ritiene opportuno classificare la strage non solo come atto di guerra nei confronti dei soldati americani, ma anche come strage della ritirata, data l’evidente consapevolezza e coscienza dei soldati tedeschi della tipologia di obiettivo che avrebbero colpito. La strage si ritiene attribuibile ai soldati della Wehrmacht, dei quali non è possibile conoscere il nome del reparto o della divisione, ma che dai racconti risulta certo fossero di stanza a Villa Agostini, situata all’incrocio delle diverse borgate localizzate subito fuori il paese di Lari. Dalle interviste condotte, è possibile evincere che vi fosse anche un reparto di SS a Lari, ma non è possibile sapere se anche questo abbia partecipato alla strage, dal momento che non è mai stata fatta nessuna indagine o procedimento penale sulla strage e nei confronti dei reparti tedeschi di stanza nel paese.
Modalità di uccisione: cannoneggiamento volontario
Tipo di massacro: ritirata
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Annotazioni: L’idea di compiere una ricerca sui fatti accaduti ad Aiale nel luglio 1944 è nata dall’interrogativo se l’episodio potesse essere considerato una strage o un atto di guerra. Per questo motivo, la ricerca si è sviluppata in tre direzioni: dapprima, con lo studio di monografie che ci aiutassero ad inquadrare gli avvenimenti dell’estate 1944, l’occupazione e la liberazione della Toscana prima e della Valdera poi; successivamente, cercando di ricostruire l’episodio e, infine, di classificarlo. Il primo passo è stato quello di andare nell’archivio del Comune di Lari per trovare documenti connessi o riguardanti la strage; il secondo di trovare testimoni da poter intervistare. Quando si è scoperto che in archivio non erano presenti resoconti o scritti di alcun tipo, si è deciso di concentrarci sugli unici documenti disponibili: gli atti di morte. Non essendo mai stata fatta una ricostruzione storica, si è cercato di capire come le autorità del luogo fossero riuscite a risalire ai nomi delle vittime scritti sulle targhe, intervistando il sindaco dell’epoca in cui è stata istituita la commemorazione. L’ex sindaco ci ha comunicato che la ricostruzione era stata fatta prendendo i nomi conservati nei registri di morte e unendoli a quelli ricordati dagli anziani del luogo. Si è quindi proceduto a ricercare i nomi delle vittime negli atti di morte conservati nell’archivio comunale di Lari al fine di avere un riscontro. Così facendo, si è scoperto che alcune vittime non erano morte il giorno della strage e, allo stesso tempo, che alcune altre era impossibile trovarle. Per questo motivo, si è pensato che potesse essere utile compiere una ricerca anche negli archivi della canonica, con l’auspicio di trovare ulteriori riscontri e informazioni negli atti di morte conservati nei registri della Chiesa di Lari.
Parallelamente, la ricostruzione dell’episodio è stata fatta confrontando due interviste realizzate personalmente a due anziani del luogo, Luigi Barsacchi e Cesare Caroti; e due testimonianze pervenuteci indirettamente, la memoria scritta lasciata da Anna Maria Vanni Morelli e una videointervista realizzata da terzi a Emo Cremoni, ad oggi deceduti. Emo Cremoni e Anna Maria Vanni Morelli furono tra i superstiti della strage, essendo coloro che abitavano nei rifugi colpiti dalla bomba. Luigi Barsacchi abitava in un rifugio vicino all’Aiale e assistette personalmente alla strage; mentre Cesare Caroti era rifugiato nel centro di Lari, per questo motivo venne a sapere della strage solo nei giorni successivi. Luigi tende a considerare l’episodio una strage volontariamente perseguita, Cesare invece non esclude la possibilità che sia stato un atto di guerra compiuto contro gli americani in cui i civili sarebbero stati colpiti accidentalmente. Le testimonianze concordano pressoché in tutto, tranne in un punto: secondo la memoria scritta, dopo la prima bomba lanciata davanti al rifugio, sarebbe seguito un ulteriore bombardamento, anche se non è specificato contro chi. Secondo le due interviste e la videointervista, invece, la bomba sarebbe stata solamente una.
Analizzando ed incrociando le diverse fonti, dunque, si è giunti alla conclusione che l’episodio, seppur identificabile in un atto di guerra volto a colpire gli americani, è indiscutibilmente classificabile anche come strage della ritirata, dal momento in cui è avvenuto a poche ore dalla ritirata tedesca da Lari e soprattutto con la consapevolezza tedesca dell’obiettivo che si andava a colpire.
Note sulla memoria (per maggiori informazioni vedi la sezione apposita): Non essendo mai stata fatta una vera e propria ricostruzione storica della strage, né procedimenti penali o commissioni d’inchiesta, l’episodio della strage di Aiale è rimasto sepolto nella memoria degli anziani fino all’inizio degli anni Duemila, quando l’allora sindaco promosse l’istituzione di una commemorazione pubblica. La memoria si è definita tra i cittadini secondo due letture: da un lato, coloro che ritengono l’episodio una strage volontariamente perpetrata dai nazisti; dall’altro, coloro che ritengono l’episodio il frutto di un atto di guerra, indirizzato contro gli americani, nel quale i civili sono rimasti coinvolti casualmente.
Scheda compilata da Chiara Brogi
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2020-10-14 15:15:28
Vittime
Elenco vittime
1. Berna Giuseppe: morto il 16 luglio 1944 alle ore 13:00, figlio di Francesco Berna e Margherita Campo.
2. Bini Mario: nato a Pisa, residente in Pisa, di professione studente, morto il 16 luglio 1944 alle ore 13:00, in un rifugio in località Aiale di Lari, all’età di 22 anni, celibe, figlio di Carlo Bini e Mengali Marcella, atta a casa.
3. Casini Francesco: nato a Genova, residente in Genova, morto il 16 luglio 1944, in località Aiale di Lari, all’età di 20 anni, impiegato, celibe, figlio di Alfredo Casini, impiegato, e Montagnani Giovanna.
4. Ceccotti Lido: nato a Lari, residente in Lari, morto il giorno 16 luglio 1944, in Via Roma, davanti la Tipografia Biasci di Lari, all’età di 19 anni, colono, celibe, figlio di Vittorio Ceccotti, colono, e Matilda Crecchi, colona, nativi e residenti a Lari.
5. Cheli Ezio: nato a Lari, residente in Lari, studente, morto il 16 luglio 1944 alle ore 12:00, in località Lupineto di Lari, all’età di 11 anni, celibe, figlio di Oscar Cheli, colono, e Reali Nella, colona, nativi e residenti a Lari.
6. Giannoni Mauro: nato a Lari, residente in Livorno, impiegato, morto il giorno 16 luglio 1944, in località Aiale di Lari all’età d 20 anni, celibe, figlio di Giannoni Guido, impiegato, e Bendinelli Fortunata, atta a casa, residenti in Livorno.
7. Giannoni Sergio: nato in Monte Sant’Angelo, residente in Livorno, morto il 25 luglio 1944, all’età di 4 anni, celibe, figlio di Guido Giannoni, impiegato, e Bendinelli Fortunata, atta a casa, residenti in Livorno.
8. Giannoni Silvana: nata a Lari, residente in Livorno, morta il 16 luglio 1944, in località Aiale di Lari, all’età di 22 anni, atta a casa, nubile, figlia di Guido Giannoni, impiegato, e Bendinelli Fortunata, atta a casa, residenti in Livorno.
9. Giseretti Peroni Giulio: nato a Livorno, residente in Lari, morto il 16 luglio 1944, in località Aiale di Lari, bracciante, coniugato con Bendinelli Cammilla, figlio di ignoti.
10. Giseretti Peroni Romano: nato a Lari, residente in Lari, morto il 16 luglio 1944, in località Aiale di Lari, all’età di anni 12, celibe, figlio di Giseretti Peroni Giulio, bracciante, e Bendinelli Cammilla, atta a casa, residenti in Lari.
11. Giusti Giovanna: nata a Livorno, residente in Livorno, morta il 16 luglio 1944 alle ore 12:00, in località Lupineto di Lari, all’età di 11 anni, scolara, nubile, figlia di Giuseppe Giusti, operaio, e Baldacci Olga, atta a casa.
12. Mengali Emilio: nato a Pisa, residente in Pisa, morto il 16 luglio 1944, nella casa posta in Lari, in Piazza XX Settembre senza numero, di anni 48, impiegato, coniugato con Bracci Corinna, figlio di Casare Mengali e Salvetti Clotilde, atta a casa, residenti in Pisa.
13. Mori Rosa in Meini: morta all’Ospedale militare americano di Bolgheri il 18 luglio alle ore 19:30 a seguito di una ferita da scheggia, all’età di 38 anni, figlia di Faustino Mori e Anna Franchi, coniugata con Roberto Meini.
14. Sartorelli Elvira in Cena: nata a Udine, residente in Livorno, morta il 17 luglio 1944, in località Quarcio di Lari, all’età di 55 anni, atta a casa, coniugata con Aldo Cena, figlia di Igino Sartorelli e Korompay Giulia.
15. Trocar Mario: nato a Livorno, residente in Livorno, morto il 16 luglio 1944 alle ore 20:00, in località Via Roma, davanti alla Tipografia Biasci di Lari, all’età di 30 anni, impiegato, coniugato con Davini Fosca, figlio di Gino Trocar e Bernardoni Teodolinda, atta a casa, residenti in Livorno.
Responsabili o presunti responsabili
Memorie
Memorie legate a questa strage
altro a Aiale
Tipo di memoria: altro
Ubicazione: Aiale
Anno di realizzazione: 2015
Descrizione: Il luogo ove è avvenuta la strage è segnalato da due targhe commemorative con i nomi delle vittime: la prima posta il 16 luglio 2015, ad opera di una congregazione di cittadini firmatisi “Il popolo antifascista di Lari”; la seconda il 14 luglio 2018, ad opera della giunta comunale.
altro a Aiale
Tipo di memoria: altro
Ubicazione: Aiale
Anno di realizzazione: 2018
Descrizione: Il luogo ove è avvenuta la strage è segnalato da due targhe commemorative con i nomi delle vittime: la prima posta il 16 luglio 2015, ad opera di una congregazione di cittadini firmatisi “Il popolo antifascista di Lari”; la seconda il 14 luglio 2018, ad opera della giunta comunale.
commemorazione a Aiale
Tipo di memoria: commemorazione
Ubicazione: Aiale
Descrizione: La strage è commemorata annualmente, il giorno 16 luglio, a partire dal 2004.