La Catena, San Miniato, 13.07.1944

(Pisa - Toscana)

Descrizione

Località La Catena, San Miniato, Pisa, Toscana

Data 13 luglio 1944

Matrice strage Nazista

Numero vittime 2

Numero vittime uomini 2

Numero vittime uomini adulti 2

Numero vittime di genere ignoto 2

Descrizione: Mazzeo Rodolfo e Di Resta Domenico erano due giovani militari dell’esercito italiano, originari della Campania. Catturati dai tedeschi in un luogo imprecisato nel settembre 1943, stavano transitando su un camion sulla Tosco Romagnola in località La Catena, nel Comune di San Miniato, quando, approfittando di un rallentamento della colonna, si gettarono giù del camion e fuggirono nella campagna circostante, dove il giorno seguente furono accolti, nutriti e vestisti: uno dalla famiglia Maltomini, l’altro dalla famiglia Regoli. I due giovani si inserirono bene nel nuovo ambiente e, aiutando nel lavoro della terra, vi trascorsero quasi un anno, in attesa della liberazione e di poter tornare alle loro case. Il 13 luglio 1944, a seguito di un rastrellamento, per l’uccisione, due giorni prima, di un maresciallo tedesco, furono catturati dai soldati germanici e condotti assieme ad altri due giovani del posto presso la fattoria Castellonchio, sede di un comando tedesco. Qui i giovani furono interrogati sulla presenza di partigiani e dopo essere stati invitati ad allontanarsi, Rodolfo e Domenico furono vigliaccamente mitragliati alle spalle, mentre gli altri due giovani riuscirono a salvarsi. Si trascrive di seguito la sequenza dei fatti secondo la testimonianza di Sordi Giulio (cugino di uno dei giovani catturati,che allora aveva 11 anni e abitava presso la fattoria), riportata nel libro di Cintelli Enzo Un Baule per la libertà: “Sotto la minaccia delle armi i quattro giovani (Primo, Mario, Rodolfo e Domenico) vennero portati sull’aia di casa mia. Le SS volevano sapere dove si trovavano i responsabili dell’uccisione del maresciallo tedesco avvenuta due giorni prima alla Catena. Attuarono una strategia, trattennero Mario. ritenuto erroneamente il più giovane dei quattro pensando di farlo parlare. Invitarono gli altri ad andarsene. Primo iniziò ad allontanarsi velocemente, lo seguì Domenico e infine Rodolfo. Quando quest’ultimo aveva fatto pochi passi fu raggiunto da una mitragliata e cadde fulminato sul muretto dell’aia, poi spararono su Primo che sfiorato dai proiettili si finse morto ed infine spararono a Domenico. Domenico fu ferito e si lamentava, un tedesco senza pietà lo finì con un’altra serie di colpi. Mario era terrorizzato, le SS pensavano di farlo parlare per poi giustiziarlo. Suo padre Angiolo che aveva assistito a tutta la scena tentò un gesto disperato, entrò in fattoria e chiese aiuto ad un maresciallo tedesco grande e grosso che conosceva bene in quanto veniva spesso in casa sua a chiedere delle uova. Il maresciallo si mise a discutere ad alta voce e con decisione riuscì a convincere quelle belve scatenate a non fucilare mio cugino Mariolino”

Modalità di uccisione: fucilazione

Tipo di massacro: punitivo
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Scheda compilata da Danilo Bonciolini
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2021-12-14 14:34:20

Vittime

Elenco vittime

Mazzeo Rodolfo, classe 1922, distretto militare di Caserta (Data precisa e comune di nascita mancanti)
Di Resta Domenico, nato a Sessa Aurunca (CE), il 17/07/1922

Elenco vittime militari 2

Mazzeo Rodolfo,
Di Resta Domenico

Responsabili o presunti responsabili

Elenco reparti responsabili


Memorie
Bibliografia


• Enzo Cintelli, Un Baule per la libertà, FM Edizioni 2013, pp 64 -70.
• F. M. Galli Angelini, Diario di un sacerdote, in Antifascismo e Resistenza in Valdelsa, Miscellanea Storica della Valdelsa, nn. 189-197, LXXIV-LXXVI, 1968-1970, pp. 253-258: 254.
• Bonciolini Danilo, Remo Bertoncini, un resistente senza armi, Pontedera, Tagete Edizioni, 2021, p. 45

Sitografia


Fonti archivistiche

Fonti