Descrizione
Località Tricesimo, Tricesimo, Udine, Friuli-Venezia Giulia
Data 4 febbraio 1945
Matrice strage Nazifascista
Numero vittime 6
Numero vittime uomini 6
Numero vittime uomini adulti 6
Descrizione: Tra il 31 gennaio e il 4 febbraio 1945 vengono uccisi per rappresaglia 16 partigiani in tre diverse località del Friuli. Le uccisioni avvengono il 31 gennaio a Gemona, il 1 febbraio a Tarcento e il 4 febbraio a Tricesimo. I tedeschi motivano le diverse uccisione, che comunque vengono disposte come unico atto di ritorsione, come rappresaglia per i seguenti delitti: l’uccisione il 30 dicembre 1944 del consigliere tecnico della Organizzazione Todt Kurfass, assassinato presso il paese di Flaibano; la morte il 13 gennaio 1945 nei pressi di Pers di due soldati germanici, uno italiano e due cosacchi. Una parvenza di legalità viene data dalla sentenza del Tribunale speciale per la sicurezza pubblica di Udine che motivò il ricorso alla pena capitale stabilendo che i condannati erano «appartenenti attivi a gruppi di banditi» che avevano partecipato ai crimini sopra citati. La notizia delle avvenute esecuzioni fu pubblicata all’interno del quotidiano «Il Popolo del Friuli» con un articolo espressamente dedicato: La condanna a Morte di 16 banditi. Il testo riportava anche alcuni particolari sull’esecuzione: vi si attesta infatti che 15 condannati furono fucilati, mentre nei confronti di Silvio Lena, che era stato dichiarato colpevole dell’uccisione di tre fascisti a Portogruaro e inoltre del fascista Paolo Nardini a San Vito al Tagliamento, si procedette con l’impiccagione alla presenza della moglie e dei figli.
Modalità di uccisione: fucilazione
Tipo di massacro: rappresaglia
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Estremi e note penali: Reparti tedeschi: nessun procedimento noto
Reparti italiani:
Buriani Luigi, Marini Vittorio e Marini Giuseppe vennero giudicati il 20 novembre 1945 dalla Sezione speciale della Corte d’Assise di Udine per il reato di collaborazionismo e per aver, il primo come tenente della MDT comandato il plotone di esecuzione dei due partigiani uccisi a Gemona il 31 gennaio, il secondo per aver preso parte al plotone di esecuzione ed il terzo per aver prestato servizio d’ordine durante l’esecuzione. Nelle carte processuali e nel testo della sentenza si rintraccia una precisa analisi della dinamica dell’esecuzione. Con sentenza numero 135 Buriani e Vittorio Marini vennero ritenuti colpevoli e condannati rispettivamente a 8 anni e 4 mesi e 5 anni e 6 mesi di reclusione; Giuseppe Marini fu prosciolto con formula piena. Con sentenza del 1/7/1946 la Sezione speciale della Corte d’Assise di Udine dichiarò inammissibile il ricorso dei condannati. Con sentenza del 18/7/1946 della stessa Corte il reato fu dichiarato estinto per amnistia. Il 16/11/1955 la Corte d’Appello di Venezia concesse la riabilitazione a Buriani; il 23/7/1956 anche il Tribunale supremo militare gli concesse la riabilitazione.
Degano Giacomo fu processato il 21 febbraio 1946 dalla Corte di Udine con l’accusa di collaborazionismo per aver, quale milite della MDT, partecipato ad un rastrellamento a Trasaghis ed aver prestato servizio nell’esecuzione del 31 gennaio 1945. L’imputato ammise di aver fatto parte del servizio di piantonamento per impedire alle persone di avvicinarsi, ma fu assolto perché il fatto non costituisce reato.
Mora Giancarlo comparve di fronte alla Sezione speciale della Corte d’Assise di Udine il 28 dicembre 1946 per rispondere dell’accusa di collaborazionismo avendo, quale volontario della MDT, partecipato a molteplici azioni delittuose tra le quali diversi rastrellamenti, esecuzioni, perquisizioni e saccheggi; inoltre fu accusato di aver partecipato come boia all’uccisione dei due partigiani a Gemona. L’imputato ammise le sue responsabilità ed anche di aver preso parte alla fucilazione, all’impiccagione e ai rastrellamenti. Con sentenza numero 128 la Sezione speciale della Corte d’Assise di Udine ritenne che non poteva comprendere l’illegalità degli atti che stava compiendo; non si provò inoltre che avesse compiuto i furti per scopo di lucro. Si dichiarò pertanto di non doversi procedere per amnistia.
Tribunale competente:
Corte d’assise straordinaria di Udine
Annotazioni: Cfr. episodi di Tarcento e Gemona dal 31.01.1945 al 04.02.1945
Scheda compilata da FABIO VERARDO
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2015-10-26 03:00:43
Vittime
Elenco vittime
Bortolussi Giovanni Pietro, di Erminio e Brunetta Giovanna. Nato il 23/6/1923. Nato e residente a Zoppola, celibe. Professione calzolaio. Partigiano della divisione Garibaldi destra Tagliamento, btg. “Dante di Nanni”, nome di battaglia “Vanni”. Tumulato a Tricesimo.
Bugat Pietro, di Camillo e Peressin Teodolinta. Nato il 6/5/1900. Nato e residente a Meduno, coniugato. Professione boscaiolo. Partigiano della divisione Garibaldi sud Arzino, btg. “Tagliamento”, nome di battaglia “Barba”. Tumulato a Tricesimo.
Favot Mario Secondo, di Vittorio e Minuz Maria. Nato il 12/10/1923. Nato e residente a Azzano X, celibe. Professione contadino. Partigiano della divisione Garibaldi destra Tagliamento, btg. “Anthons” nome di battaglia “Tom”. Tumulato a Azzano Decimo.
Lardini Renato, di Silvio e Macuglia Rosa. Nato il 8/10/1926. Nato e residente a Udine, celibe. Professione meccanico. Partigiano della divisione Garibaldi Natisone, btg. “Buozzi”, nome di battaglia “Duna”. Tumulato a Tricesimo.
Lovisa Ivo , di Giobatta e Botter Evelina. Nato il 13/10/1924. Nato e residente a Cesena di Azzano X, celibe. Professione operaio. Partigiano della divisione Garibaldi destra Tagliamento, btg. “Anthos”, nome di battaglia “Primo”. Tumulato a Azzano Decimo.
Zilli Angelo, di Giuseppe e Rizzi Violante. Nato il 4/3/ 1925. Nato e residente a Udine, celibe. Professione fabbro. Partigiano della divisione Garibaldi Natisone, btg. “Buozzi”, nome di battaglia “Ledra”. Tumulato a Udine.
Elenco vittime partigiani 6
Bortolussi Giovanni Pietro,
Bugat Pietro ,
Favot Mario Secondo,
Lardini Renato,
Lovisa Ivo ,
Zilli Angelo
Responsabili o presunti responsabili
Elenco reparti responsabili
5. Reggimento Milizia Difesa Territoriale Ufficio politico investigativo squadra K 9
Tipo di reparto: Guardia Nazionale Repubblicana