Descrizione
Località Paravento, Cagli, Pesaro e Urbino, Marche
Data 19 giugno 1944
Matrice strage Nazista
Numero vittime 2
Numero vittime uomini 2
Numero vittime uomini anziani 2
Descrizione: Il 19 giugno 1944 una piccola squadra del distaccamento Pisacane, guidata dal commissario Claudio Cecchi (che nelle settimane successive otterrà l’affidamento del comando dell’intero I° battaglione della 5° Brigata Pesaro), che stava operando lungo la via Flaminia, catturò e uccise la spia fascista Camillo Ghilardi. Quella sera la medesima sorte toccò al commissario prefettizio di Cantiano, Michelo Lo Squalo, assieme a sette militi. Questo, insieme ad altri episodi avvenuti in quei giorni, scatenarono l’ira nazifascista e tra il 19 e il 20 giugno il bacino del Candigliano visse una nuova grande battaglia che questa volta si consumò sul monte Catria, la cosiddetta battaglia di Paravento.
Il combattimento durò tutta la giornata e proseguì fino a mezzogiorno del 20 giugno, quando i partigiani del Pisacane e del Gramsci furono costretti a ritirarsi a causa della morte di Mario Sabatini, che difendeva con una mitragliatrice un caposaldo che, una volta caduto, avrebbe facilitato l’accerchiamento della zona.
Infuriati per l’insuccesso e le perdite subite (un sottufficiale morto e due soldati catturati) i tedeschi sfogarono la propria ira distruggendo alcune case e tutti i fienili delle località di Acquaviva e Paravento, nonché prendendo come ostaggi una quarantina di uomini che furono condotti a Cagli. Lì fecero prigionieri altri 18 uomini tra cui i sacerdoti don Mazzoni e don Merlin. L’intento tedesco era quello di fare uno scambio con i partigiani: liberare gli ostaggi in cambio di due soldati precedentemente catturati e pertanto attivarono le trattative per mezzo del vescovo di Cagli, Raffaele Campelli.
Cecchi mandò a dire ai tedeschi, attraverso la delegazione, che i due prigionieri non erano affatto tali, poiché essendo austriaci si consideravano vittime del nazismo e pertanto avevano deciso di andare verso il fronte e passare le linee per ricongiungersi agli alleati. Effettivamente furono consegnati incolumi alle forza alleate. Non cedendo al ricatto, Cecchi rischiò che gli ostaggi di Cagli fossero uccisi, ma dopo alcuni giorni giunse la notizia del loro rilascio.
Nel contesto del rastrellamento persero la vita Caccia Giovanni e Blasi Francesco. Il primo venne fermato da alcuni militari tedeschi che gli ordinarono di indicargli dove si nascondessero i ribelli, al suo diniego venne freddato con qualche colpo d’arma da fuoco. Blasi fu invece bloccato da altri soldati intenti nel recuperare un’auto loro sottratta dai partigiani. Dopo un sommario interrogatorio gli spararono, per poi calpestare il cadavere con la macchina ritrovata.
Modalità di uccisione: fucilazione
Violenze connesse: incendio di abitazione
Tipo di massacro: rastrellamento
--> Per saperne di più sulle tipologie
Scheda compilata da Chiara Donati
Scarica la scheda in formato .pdf
Le schede monografiche in formato .pdf sono coperte da diritto d'autore.
Ogni uso improprio o non consentito è punibile ai sensi di legge
Ultimo aggiornamento dei dati: 2016-10-12 07:49:32
Vittime
Elenco vittime
Blasi Francesco, n. a Cagli il 29/11/1888, fu Albertino e Paganucci Marianna, agricoltore. Il suo nome non è presente nel Ricompart.
Caccia Giovanni, n. a Cagli il 22/08/1870, fu Biagio e di Petrucci Marianna, colono. Il suo nome non è presente nel Ricompart.
Elenco vittime civili 2
Blasi Francesco
Caccia Giovanni