Descrizione
Località Villa Chiappini, Pennabilli, Rimini, Emilia-Romagna
Data 4 agosto 1944
Matrice strage Fascista
Numero vittime 1
Numero vittime donne 1
Numero vittime donne adulte 1
Descrizione: Fu arrestata il 27 luglio 1944 su ordine del comandante Alberto Martinola, dopo una sommaria inchiesta condotta dal sottotenente Pocci fu accusata di disfattismo e di essere legata sentimentalmente con un partigiano, Enzo Plazotta. Per questi motivi venne condannata a morte, l’esecuzione fu eseguita alle ore 20:30 del 4 agosto 1944. Il plotone composto da sei membri della VI compagnia del battaglione Camilluccia fu comandato dal Sottotenente Agostini, che ad esecuzione avvenuta si accani sul corpo già esanime colpendola in pieno volto.
Dalle testimonianze pare che anche il plotone si accani su un corpo già morto in quanto pare che la Longhi avesse avuto un arresto cardio circolatorio nei momenti precedenti l’esecuzione.
(Daniele Susini)
Esponente di un’antica famiglia di Pennabilli, Gina nell’estate del 1944 nonostante la guerra, l’occupazione e la critica fase della ritirata nazifascista verso nord, era solita uscire con le sue amiche e passeggiare nel centro cittadino. Durante una di queste passeggiate, venne abbordata da un paio di militi in cerca di compagnia femminile. Nel corso del colloquio, la conversazione toccò la questione dei “partigiani” e a proposito, Gina, con tono un po’ spavaldo avrebbe affermato che se anche avesse saputo dove si nascondessero non l’avrebbe mai rivelato e che per giunta fosse fidanzata con uno di loro. Tanto bastò perché il capitano Martinola ordinasse al sotto tenente Pocci di svolgere un’indagine che si concluse con l’arresto di Gina e l’invio del verbale al colonnello Merico Zuccari, comandante della Legione Tagliamento, con sede a Sassocorvaro, il quale trasmise il 3 agosto 1944 il suo ordine di fucilazione. Virginia fu accusata di aver fatto opera disfattista, di spionaggio e aver “motteggiato la milizia e i suoi componenti”; in secondo luogo di essere la fidanzata del capitano Enzo Plazotta, già internato politico a Pennabilli, fuggito il 3 febbraio 1944 per raggiungere le formazioni partigiane.
L’episodio scatenò diffuso stupore e malcontento in paese. Anche il clero e il Comando tedesco della zona dimostrarono riprovazione assumendo una posizione nettamente contraria a tale ordine. Gli stessi sanitari tedeschi dell’Orts-Lazzaretto avevano redatto un certificato a dimostrazione del fatto che la giovane, cagionevole di salute, fosse affetta da disturbi psicotici. Tuttavia il comandante Martinola si dimostrò irremovibile e alla lettura del certificato avrebbe affermato: “Se è pazza dobbiamo fucilarla, perché dobbiamo purificare l’Italia dai pazzi”. Così il 4 agosto intorno alle ore 17, il comandante della VI Compagnia ordinò al sotto tenente Agostini di formare e comandare il plotone di esecuzione. La fucilazione si consumò presso Villa Chiappini. Prima del fatidico momento, si presume che Gina abbia avuto un collasso cardiocircolatorio, per questo fu legata alla sedia e neppure una goccia di sangue sgorgò dalle sue ferite. Fucilarono quasi certamente una ragazza già morta.
La sua fine venne ricordata amaramente dalla comunità per la crudeltà di cui fu inaspettatamente oggetto.
(Chiara Donati)
Modalità di uccisione: fucilazione
Tipo di massacro: legato al controllo del territorio
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Estremi e note penali: Il 4 settembre 1947 il Tribunale militare territoriale di Bologna, per le fucilazioni di Antonio Balducci e Virginia Longhi, rinviò a giudizio Zuccari Merico, Cecilia Guglielmo, Prezioso Pietro Carlo Francesco, Agostini Dante, Clavario Oscar, De Santis Angelo, Eliseo Raimondo, Sereni Gino, Volpi Filippo e Ciotti Luigi, dichiarando invece estinto il reato nei confronti di Alberto Martinola, deceduto nell’aprile 1945 sul Mortirolo. Il 30 ottobre 1947, in seguito a un complesso dibattimento, condannò tutti gli imputati, tranne Ciotti che fu assolto per insufficienza di prove, per collaborazionismo e concorso in duplice omicidio.
I condannati presentarono ricorso davanti al Tribunale supremo militare di Roma che accolse l’istanza e il 18 maggio 1948 ordinò che il processo fosse fatto ex-novo davanti al Tribunale militare di Firenze, annullando invece senza rinvio la sentenza per Prezioso che nel frattempo era deceduto.
Il Tribunale territoriale di Firenze l’11 gennaio 1950 assolse per insufficienza di prove dall’imputazione di duplice omicidio l’ex console Zuccari e, sempre per lo stesso reato, dichiarò non punibili gli altri imputati in quanto avrebbero agito in “stato di necessità”. Inoltre stabilì di non dover procedere in ordine al reato di collaborazionismo, perché reato estinto per amnistia.
Tra i fascicoli del cosiddetto “armadio della vergogna” ne è riemerso uno riguardante proprio Antonio Balducci e Virginia Longhi, che vedeva imputati il capitano Martinola e il tenente Prezioso per il reato di violenza con omicidio contro privati. Il 14 gennaio 1960 il Procuratore generale militare, Enrico Santacroce, ordinò la “provvisoria” archiviazione degli atti con una motivazione che si ripete praticamente uguale in tutti i fascicoli ritrovati: “poiché, nonostante il luogo tempo trascorso dalla data del fatto anzidetto, non si sono avute notizie utili per la identificazione dei loro autori e per l’accertamento della responsabilità”. Il fascicolo, rinvenuto presso la Procura militare di Roma nel 1994, fu trasmesso alla Procura militare di La Spezia.
Il procedimento penale contro ignoti militi fascisti per il reato di violenza con omicidio ai danni di Balducci Antonio e Virginia Longhi è stato definitivamente archiviato nel 1996 per mancata identificazione degli autori.
Note sulla memoria (per maggiori informazioni vedi la sezione apposita): Sulla figura di Virginia Longhi pur essendoci una discreta bibliografica, corredata da studi e testimonianze, non vi è un ricordo particolarmente forte sul territorio.
Scheda compilata da DANIELE SUSINI E CHIARA DONATI
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2016-06-24 08:22:23
Vittime
Elenco vittime
Virginia Longhi, detta Gina, n. a Pennabilli nella frazione di Villa Chiappini il 09/06/1918, da Pasquale e Assunta Mattei Gentili, qualifica Caduto per rappresaglia, riconosciutagli il 15/06/1947 a Macerata.
Elenco vittime civili 1
Longhi Virginia
Responsabili o presunti responsabili
Elenco reparti responsabili
6. Compagnia/Battaglione M “La Camilluccia”/1. Legione d’Assalto M “Tagliamento”
Tipo di reparto: Reparto speciale
Elenco persone responsabili o presunte responsabili
Alberto Martinola
Nome Alberto
Cognome Martinola
Ruolo nella strage Autore
Stato imputato in procedimento
Note procedimento Il 4 settembre 1947 il Tribunale militare territoriale di Bologna, per le fucilazioni di Antonio Balducci e Virginia Longhi, rinviò a giudizio Zuccari Merico, Cecilia Guglielmo, Prezioso Pietro Carlo Francesco, Agostini Dante, Clavario Oscar, De Santis Angelo, Eliseo Raimondo, Sereni Gino, Volpi Filippo e Ciotti Luigi, dichiarando invece estinto il reato nei confronti di Alberto Martinola, deceduto nell’aprile 1945 sul Mortirolo. Il 30 ottobre 1947, in seguito a un complesso dibattimento, condannò tutti gli imputati, tranne Ciotti che fu assolto per insufficienza di prove, per collaborazionismo e concorso in duplice omicidio. I condannati presentarono ricorso davanti al Tribunale supremo militare di Roma che accolse l’istanza e il 18 maggio 1948 ordinò che il processo fosse fatto ex-novo davanti al Tribunale militare di Firenze, annullando invece senza rinvio la sentenza per Prezioso che nel frattempo era deceduto. Il Tribunale territoriale di Firenze l’11 gennaio 1950 assolse per insufficienza di prove dall’imputazione di duplice omicidio l’ex console Zuccari e, sempre per lo stesso reato, dichiarò non punibili gli altri imputati in quanto avrebbero agito in “stato di necessità”. Inoltre stabilì di non dover procedere in ordine al reato di collaborazionismo, perché reato estinto per amnistia. Tra i fascicoli del cosiddetto “armadio della vergogna” ne è riemerso uno riguardante proprio Antonio Balducci e Virginia Longhi, che vedeva imputati il capitano Martinola e il tenente Prezioso per il reato di violenza con omicidio contro privati. Il 14 gennaio 1960 il Procuratore generale militare, Enrico Santacroce, ordinò la “provvisoria” archiviazione degli atti con una motivazione che si ripete praticamente uguale in tutti i fascicoli ritrovati: “poiché, nonostante il luogo tempo trascorso dalla data del fatto anzidetto, non si sono avute notizie utili per la identificazione dei loro autori e per l’accertamento della responsabilità”. Il fascicolo, rinvenuto presso la Procura militare di Roma nel 1994, fu trasmesso alla Procura militare di La Spezia. Il procedimento penale contro ignoti militi fascisti per il reato di violenza con omicidio ai danni di Balducci Antonio e Virginia Longhi è stato definitivamente archiviato nel 1996 per mancata identificazione degli autori.
Tipo di reparto fascista Reparto speciale
Nome del reparto 6. Compagnia/Battaglione M “La Camilluccia”/1. Legione d’Assalto M “Tagliamento”
Angelo De Santis
Nome Angelo
Cognome De Santis
Ruolo nella strage Autore
Stato imputato in procedimento
Note procedimento Il 4 settembre 1947 il Tribunale militare territoriale di Bologna, per le fucilazioni di Antonio Balducci e Virginia Longhi, rinviò a giudizio Zuccari Merico, Cecilia Guglielmo, Prezioso Pietro Carlo Francesco, Agostini Dante, Clavario Oscar, De Santis Angelo, Eliseo Raimondo, Sereni Gino, Volpi Filippo e Ciotti Luigi, dichiarando invece estinto il reato nei confronti di Alberto Martinola, deceduto nell’aprile 1945 sul Mortirolo. Il 30 ottobre 1947, in seguito a un complesso dibattimento, condannò tutti gli imputati, tranne Ciotti che fu assolto per insufficienza di prove, per collaborazionismo e concorso in duplice omicidio. I condannati presentarono ricorso davanti al Tribunale supremo militare di Roma che accolse l’istanza e il 18 maggio 1948 ordinò che il processo fosse fatto ex-novo davanti al Tribunale militare di Firenze, annullando invece senza rinvio la sentenza per Prezioso che nel frattempo era deceduto. Il Tribunale territoriale di Firenze l’11 gennaio 1950 assolse per insufficienza di prove dall’imputazione di duplice omicidio l’ex console Zuccari e, sempre per lo stesso reato, dichiarò non punibili gli altri imputati in quanto avrebbero agito in “stato di necessità”. Inoltre stabilì di non dover procedere in ordine al reato di collaborazionismo, perché reato estinto per amnistia. Tra i fascicoli del cosiddetto “armadio della vergogna” ne è riemerso uno riguardante proprio Antonio Balducci e Virginia Longhi, che vedeva imputati il capitano Martinola e il tenente Prezioso per il reato di violenza con omicidio contro privati. Il 14 gennaio 1960 il Procuratore generale militare, Enrico Santacroce, ordinò la “provvisoria” archiviazione degli atti con una motivazione che si ripete praticamente uguale in tutti i fascicoli ritrovati: “poiché, nonostante il luogo tempo trascorso dalla data del fatto anzidetto, non si sono avute notizie utili per la identificazione dei loro autori e per l’accertamento della responsabilità”. Il fascicolo, rinvenuto presso la Procura militare di Roma nel 1994, fu trasmesso alla Procura militare di La Spezia. Il procedimento penale contro ignoti militi fascisti per il reato di violenza con omicidio ai danni di Balducci Antonio e Virginia Longhi è stato definitivamente archiviato nel 1996 per mancata identificazione degli autori.
Tipo di reparto fascista Reparto speciale
Nome del reparto 6. Compagnia/Battaglione M “La Camilluccia”/1. Legione d’Assalto M “Tagliamento”
Cecilia Guglielmo
Nome Cecilia
Cognome Guglielmo
Ruolo nella strage Autore
Stato imputato in procedimento
Note procedimento Il 4 settembre 1947 il Tribunale militare territoriale di Bologna, per le fucilazioni di Antonio Balducci e Virginia Longhi, rinviò a giudizio Zuccari Merico, Cecilia Guglielmo, Prezioso Pietro Carlo Francesco, Agostini Dante, Clavario Oscar, De Santis Angelo, Eliseo Raimondo, Sereni Gino, Volpi Filippo e Ciotti Luigi, dichiarando invece estinto il reato nei confronti di Alberto Martinola, deceduto nell’aprile 1945 sul Mortirolo. Il 30 ottobre 1947, in seguito a un complesso dibattimento, condannò tutti gli imputati, tranne Ciotti che fu assolto per insufficienza di prove, per collaborazionismo e concorso in duplice omicidio. I condannati presentarono ricorso davanti al Tribunale supremo militare di Roma che accolse l’istanza e il 18 maggio 1948 ordinò che il processo fosse fatto ex-novo davanti al Tribunale militare di Firenze, annullando invece senza rinvio la sentenza per Prezioso che nel frattempo era deceduto. Il Tribunale territoriale di Firenze l’11 gennaio 1950 assolse per insufficienza di prove dall’imputazione di duplice omicidio l’ex console Zuccari e, sempre per lo stesso reato, dichiarò non punibili gli altri imputati in quanto avrebbero agito in “stato di necessità”. Inoltre stabilì di non dover procedere in ordine al reato di collaborazionismo, perché reato estinto per amnistia. Tra i fascicoli del cosiddetto “armadio della vergogna” ne è riemerso uno riguardante proprio Antonio Balducci e Virginia Longhi, che vedeva imputati il capitano Martinola e il tenente Prezioso per il reato di violenza con omicidio contro privati. Il 14 gennaio 1960 il Procuratore generale militare, Enrico Santacroce, ordinò la “provvisoria” archiviazione degli atti con una motivazione che si ripete praticamente uguale in tutti i fascicoli ritrovati: “poiché, nonostante il luogo tempo trascorso dalla data del fatto anzidetto, non si sono avute notizie utili per la identificazione dei loro autori e per l’accertamento della responsabilità”. Il fascicolo, rinvenuto presso la Procura militare di Roma nel 1994, fu trasmesso alla Procura militare di La Spezia. Il procedimento penale contro ignoti militi fascisti per il reato di violenza con omicidio ai danni di Balducci Antonio e Virginia Longhi è stato definitivamente archiviato nel 1996 per mancata identificazione degli autori.
Tipo di reparto fascista Reparto speciale
Nome del reparto 6. Compagnia/Battaglione M “La Camilluccia”/1. Legione d’Assalto M “Tagliamento”
Dante Agostini
Nome Dante
Cognome Agostini
Ruolo nella strage Autore
Stato imputato in procedimento
Note procedimento Il 4 settembre 1947 il Tribunale militare territoriale di Bologna, per le fucilazioni di Antonio Balducci e Virginia Longhi, rinviò a giudizio Zuccari Merico, Cecilia Guglielmo, Prezioso Pietro Carlo Francesco, Agostini Dante, Clavario Oscar, De Santis Angelo, Eliseo Raimondo, Sereni Gino, Volpi Filippo e Ciotti Luigi, dichiarando invece estinto il reato nei confronti di Alberto Martinola, deceduto nell’aprile 1945 sul Mortirolo. Il 30 ottobre 1947, in seguito a un complesso dibattimento, condannò tutti gli imputati, tranne Ciotti che fu assolto per insufficienza di prove, per collaborazionismo e concorso in duplice omicidio.rnI condannati presentarono ricorso davanti al Tribunale supremo militare di Roma che accolse l’istanza e il 18 maggio 1948 ordinò che il processo fosse fatto ex-novo davanti al Tribunale militare di Firenze, annullando invece senza rinvio la sentenza per Prezioso che nel frattempo era deceduto.rnIl Tribunale territoriale di Firenze l’11 gennaio 1950 assolse per insufficienza di prove dall’imputazione di duplice omicidio l’ex console Zuccari e, sempre per lo stesso reato, dichiarò non punibili gli altri imputati in quanto avrebbero agito in “stato di necessità”. Inoltre stabilì di non dover procedere in ordine al reato di collaborazionismo, perché reato estinto per amnistia.rnTra i fascicoli del cosiddetto “armadio della vergogna” ne è riemerso uno riguardante proprio Antonio Balducci e Virginia Longhi, che vedeva imputati il capitano Martinola e il tenente Prezioso per il reato di violenza con omicidio contro privati. Il 14 gennaio 1960 il Procuratore generale militare, Enrico Santacroce, ordinò la “provvisoria” archiviazione degli atti con una motivazione che si ripete praticamente uguale in tutti i fascicoli ritrovati: “poiché, nonostante il luogo tempo trascorso dalla data del fatto anzidetto, non si sono avute notizie utili per la identificazione dei loro autori e per l’accertamento della responsabilità”. Il fascicolo, rinvenuto presso la Procura militare di Roma nel 1994, fu trasmesso alla Procura militare di La Spezia.rnIl procedimento penale contro ignoti militi fascisti per il reato di violenza con omicidio ai danni di Balducci Antonio e Virginia Longhi è stato definitivamente archiviato nel 1996 per mancata identificazione degli autori.
Tipo di reparto fascista Reparto speciale
Nome del reparto 6. Compagnia/Battaglione M “La Camilluccia”/1. Legione d’Assalto M “Tagliamento”
Dante Agostino
Nome Dante
Cognome Agostino
Ruolo nella strage Autore
Stato imputato in procedimento
Note procedimento Il 4 settembre 1947 il Tribunale militare territoriale di Bologna, per le fucilazioni di Antonio Balducci e Virginia Longhi, rinviò a giudizio Zuccari Merico, Cecilia Guglielmo, Prezioso Pietro Carlo Francesco, Agostini Dante, Clavario Oscar, De Santis Angelo, Eliseo Raimondo, Sereni Gino, Volpi Filippo e Ciotti Luigi, dichiarando invece estinto il reato nei confronti di Alberto Martinola, deceduto nell’aprile 1945 sul Mortirolo. Il 30 ottobre 1947, in seguito a un complesso dibattimento, condannò tutti gli imputati, tranne Ciotti che fu assolto per insufficienza di prove, per collaborazionismo e concorso in duplice omicidio. I condannati presentarono ricorso davanti al Tribunale supremo militare di Roma che accolse l’istanza e il 18 maggio 1948 ordinò che il processo fosse fatto ex-novo davanti al Tribunale militare di Firenze, annullando invece senza rinvio la sentenza per Prezioso che nel frattempo era deceduto. Il Tribunale territoriale di Firenze l’11 gennaio 1950 assolse per insufficienza di prove dall’imputazione di duplice omicidio l’ex console Zuccari e, sempre per lo stesso reato, dichiarò non punibili gli altri imputati in quanto avrebbero agito in “stato di necessità”. Inoltre stabilì di non dover procedere in ordine al reato di collaborazionismo, perché reato estinto per amnistia. Tra i fascicoli del cosiddetto “armadio della vergogna” ne è riemerso uno riguardante proprio Antonio Balducci e Virginia Longhi, che vedeva imputati il capitano Martinola e il tenente Prezioso per il reato di violenza con omicidio contro privati. Il 14 gennaio 1960 il Procuratore generale militare, Enrico Santacroce, ordinò la “provvisoria” archiviazione degli atti con una motivazione che si ripete praticamente uguale in tutti i fascicoli ritrovati: “poiché, nonostante il luogo tempo trascorso dalla data del fatto anzidetto, non si sono avute notizie utili per la identificazione dei loro autori e per l’accertamento della responsabilità”. Il fascicolo, rinvenuto presso la Procura militare di Roma nel 1994, fu trasmesso alla Procura militare di La Spezia. Il procedimento penale contro ignoti militi fascisti per il reato di violenza con omicidio ai danni di Balducci Antonio e Virginia Longhi è stato definitivamente archiviato nel 1996 per mancata identificazione degli autori.
Tipo di reparto fascista Reparto speciale
Nome del reparto 6. Compagnia/Battaglione M “La Camilluccia”/1. Legione d’Assalto M “Tagliamento”
Filippo Volpi
Nome Filippo
Cognome Volpi
Ruolo nella strage Autore
Stato imputato in procedimento
Note procedimento Il 4 settembre 1947 il Tribunale militare territoriale di Bologna, per le fucilazioni di Antonio Balducci e Virginia Longhi, rinviò a giudizio Zuccari Merico, Cecilia Guglielmo, Prezioso Pietro Carlo Francesco, Agostini Dante, Clavario Oscar, De Santis Angelo, Eliseo Raimondo, Sereni Gino, Volpi Filippo e Ciotti Luigi, dichiarando invece estinto il reato nei confronti di Alberto Martinola, deceduto nell’aprile 1945 sul Mortirolo. Il 30 ottobre 1947, in seguito a un complesso dibattimento, condannò tutti gli imputati, tranne Ciotti che fu assolto per insufficienza di prove, per collaborazionismo e concorso in duplice omicidio. I condannati presentarono ricorso davanti al Tribunale supremo militare di Roma che accolse l’istanza e il 18 maggio 1948 ordinò che il processo fosse fatto ex-novo davanti al Tribunale militare di Firenze, annullando invece senza rinvio la sentenza per Prezioso che nel frattempo era deceduto. Il Tribunale territoriale di Firenze l’11 gennaio 1950 assolse per insufficienza di prove dall’imputazione di duplice omicidio l’ex console Zuccari e, sempre per lo stesso reato, dichiarò non punibili gli altri imputati in quanto avrebbero agito in “stato di necessità”. Inoltre stabilì di non dover procedere in ordine al reato di collaborazionismo, perché reato estinto per amnistia. Tra i fascicoli del cosiddetto “armadio della vergogna” ne è riemerso uno riguardante proprio Antonio Balducci e Virginia Longhi, che vedeva imputati il capitano Martinola e il tenente Prezioso per il reato di violenza con omicidio contro privati. Il 14 gennaio 1960 il Procuratore generale militare, Enrico Santacroce, ordinò la “provvisoria” archiviazione degli atti con una motivazione che si ripete praticamente uguale in tutti i fascicoli ritrovati: “poiché, nonostante il luogo tempo trascorso dalla data del fatto anzidetto, non si sono avute notizie utili per la identificazione dei loro autori e per l’accertamento della responsabilità”. Il fascicolo, rinvenuto presso la Procura militare di Roma nel 1994, fu trasmesso alla Procura militare di La Spezia. Il procedimento penale contro ignoti militi fascisti per il reato di violenza con omicidio ai danni di Balducci Antonio e Virginia Longhi è stato definitivamente archiviato nel 1996 per mancata identificazione degli autori.
Tipo di reparto fascista Reparto speciale
Nome del reparto 6. Compagnia/Battaglione M “La Camilluccia”/1. Legione d’Assalto M “Tagliamento”
Gino Sereni
Nome Gino
Cognome Sereni
Ruolo nella strage Autore
Stato imputato in procedimento
Note procedimento Il 4 settembre 1947 il Tribunale militare territoriale di Bologna, per le fucilazioni di Antonio Balducci e Virginia Longhi, rinviò a giudizio Zuccari Merico, Cecilia Guglielmo, Prezioso Pietro Carlo Francesco, Agostini Dante, Clavario Oscar, De Santis Angelo, Eliseo Raimondo, Sereni Gino, Volpi Filippo e Ciotti Luigi, dichiarando invece estinto il reato nei confronti di Alberto Martinola, deceduto nell’aprile 1945 sul Mortirolo. Il 30 ottobre 1947, in seguito a un complesso dibattimento, condannò tutti gli imputati, tranne Ciotti che fu assolto per insufficienza di prove, per collaborazionismo e concorso in duplice omicidio. I condannati presentarono ricorso davanti al Tribunale supremo militare di Roma che accolse l’istanza e il 18 maggio 1948 ordinò che il processo fosse fatto ex-novo davanti al Tribunale militare di Firenze, annullando invece senza rinvio la sentenza per Prezioso che nel frattempo era deceduto. Il Tribunale territoriale di Firenze l’11 gennaio 1950 assolse per insufficienza di prove dall’imputazione di duplice omicidio l’ex console Zuccari e, sempre per lo stesso reato, dichiarò non punibili gli altri imputati in quanto avrebbero agito in “stato di necessità”. Inoltre stabilì di non dover procedere in ordine al reato di collaborazionismo, perché reato estinto per amnistia. Tra i fascicoli del cosiddetto “armadio della vergogna” ne è riemerso uno riguardante proprio Antonio Balducci e Virginia Longhi, che vedeva imputati il capitano Martinola e il tenente Prezioso per il reato di violenza con omicidio contro privati. Il 14 gennaio 1960 il Procuratore generale militare, Enrico Santacroce, ordinò la “provvisoria” archiviazione degli atti con una motivazione che si ripete praticamente uguale in tutti i fascicoli ritrovati: “poiché, nonostante il luogo tempo trascorso dalla data del fatto anzidetto, non si sono avute notizie utili per la identificazione dei loro autori e per l’accertamento della responsabilità”. Il fascicolo, rinvenuto presso la Procura militare di Roma nel 1994, fu trasmesso alla Procura militare di La Spezia. Il procedimento penale contro ignoti militi fascisti per il reato di violenza con omicidio ai danni di Balducci Antonio e Virginia Longhi è stato definitivamente archiviato nel 1996 per mancata identificazione degli autori.
Tipo di reparto fascista Reparto speciale
Nome del reparto 6. Compagnia/Battaglione M “La Camilluccia”/1. Legione d’Assalto M “Tagliamento”
Guglielmo Cecilia
Nome Guglielmo
Cognome Cecilia
Ruolo nella strage Autore
Stato imputato in procedimento
Note procedimento Il 4 settembre 1947 il Tribunale militare territoriale di Bologna, per le fucilazioni di Antonio Balducci e Virginia Longhi, rinviò a giudizio Zuccari Merico, Cecilia Guglielmo, Prezioso Pietro Carlo Francesco, Agostini Dante, Clavario Oscar, De Santis Angelo, Eliseo Raimondo, Sereni Gino, Volpi Filippo e Ciotti Luigi, dichiarando invece estinto il reato nei confronti di Alberto Martinola, deceduto nell’aprile 1945 sul Mortirolo. Il 30 ottobre 1947, in seguito a un complesso dibattimento, condannò tutti gli imputati, tranne Ciotti che fu assolto per insufficienza di prove, per collaborazionismo e concorso in duplice omicidio. I condannati presentarono ricorso davanti al Tribunale supremo militare di Roma che accolse l’istanza e il 18 maggio 1948 ordinò che il processo fosse fatto ex-novo davanti al Tribunale militare di Firenze, annullando invece senza rinvio la sentenza per Prezioso che nel frattempo era deceduto. Il Tribunale territoriale di Firenze l’11 gennaio 1950 assolse per insufficienza di prove dall’imputazione di duplice omicidio l’ex console Zuccari e, sempre per lo stesso reato, dichiarò non punibili gli altri imputati in quanto avrebbero agito in “stato di necessità”. Inoltre stabilì di non dover procedere in ordine al reato di collaborazionismo, perché reato estinto per amnistia. Tra i fascicoli del cosiddetto “armadio della vergogna” ne è riemerso uno riguardante proprio Antonio Balducci e Virginia Longhi, che vedeva imputati il capitano Martinola e il tenente Prezioso per il reato di violenza con omicidio contro privati. Il 14 gennaio 1960 il Procuratore generale militare, Enrico Santacroce, ordinò la “provvisoria” archiviazione degli atti con una motivazione che si ripete praticamente uguale in tutti i fascicoli ritrovati: “poiché, nonostante il luogo tempo trascorso dalla data del fatto anzidetto, non si sono avute notizie utili per la identificazione dei loro autori e per l’accertamento della responsabilità”. Il fascicolo, rinvenuto presso la Procura militare di Roma nel 1994, fu trasmesso alla Procura militare di La Spezia. Il procedimento penale contro ignoti militi fascisti per il reato di violenza con omicidio ai danni di Balducci Antonio e Virginia Longhi è stato definitivamente archiviato nel 1996 per mancata identificazione degli autori.
Tipo di reparto fascista Reparto speciale
Nome del reparto 6. Compagnia/Battaglione M “La Camilluccia”/1. Legione d’Assalto M “Tagliamento”
Luigi Ciotti
Nome Luigi
Cognome Ciotti
Ruolo nella strage Autore
Stato imputato in procedimento
Note procedimento Il 4 settembre 1947 il Tribunale militare territoriale di Bologna, per le fucilazioni di Antonio Balducci e Virginia Longhi, rinviò a giudizio Zuccari Merico, Cecilia Guglielmo, Prezioso Pietro Carlo Francesco, Agostini Dante, Clavario Oscar, De Santis Angelo, Eliseo Raimondo, Sereni Gino, Volpi Filippo e Ciotti Luigi, dichiarando invece estinto il reato nei confronti di Alberto Martinola, deceduto nell’aprile 1945 sul Mortirolo. Il 30 ottobre 1947, in seguito a un complesso dibattimento, condannò tutti gli imputati, tranne Ciotti che fu assolto per insufficienza di prove, per collaborazionismo e concorso in duplice omicidio. I condannati presentarono ricorso davanti al Tribunale supremo militare di Roma che accolse l’istanza e il 18 maggio 1948 ordinò che il processo fosse fatto ex-novo davanti al Tribunale militare di Firenze, annullando invece senza rinvio la sentenza per Prezioso che nel frattempo era deceduto. Il Tribunale territoriale di Firenze l’11 gennaio 1950 assolse per insufficienza di prove dall’imputazione di duplice omicidio l’ex console Zuccari e, sempre per lo stesso reato, dichiarò non punibili gli altri imputati in quanto avrebbero agito in “stato di necessità”. Inoltre stabilì di non dover procedere in ordine al reato di collaborazionismo, perché reato estinto per amnistia. Tra i fascicoli del cosiddetto “armadio della vergogna” ne è riemerso uno riguardante proprio Antonio Balducci e Virginia Longhi, che vedeva imputati il capitano Martinola e il tenente Prezioso per il reato di violenza con omicidio contro privati. Il 14 gennaio 1960 il Procuratore generale militare, Enrico Santacroce, ordinò la “provvisoria” archiviazione degli atti con una motivazione che si ripete praticamente uguale in tutti i fascicoli ritrovati: “poiché, nonostante il luogo tempo trascorso dalla data del fatto anzidetto, non si sono avute notizie utili per la identificazione dei loro autori e per l’accertamento della responsabilità”. Il fascicolo, rinvenuto presso la Procura militare di Roma nel 1994, fu trasmesso alla Procura militare di La Spezia. Il procedimento penale contro ignoti militi fascisti per il reato di violenza con omicidio ai danni di Balducci Antonio e Virginia Longhi è stato definitivamente archiviato nel 1996 per mancata identificazione degli autori.
Tipo di reparto fascista Reparto speciale
Nome del reparto 6. Compagnia/Battaglione M “La Camilluccia”/1. Legione d’Assalto M “Tagliamento”
Merico Zuccari
Nome Merico
Cognome Zuccari
Ruolo nella strage Autore
Stato imputato in procedimento
Note procedimento Il 4 settembre 1947 il Tribunale militare territoriale di Bologna, per le fucilazioni di Antonio Balducci e Virginia Longhi, rinviò a giudizio Zuccari Merico, Cecilia Guglielmo, Prezioso Pietro Carlo Francesco, Agostini Dante, Clavario Oscar, De Santis Angelo, Eliseo Raimondo, Sereni Gino, Volpi Filippo e Ciotti Luigi, dichiarando invece estinto il reato nei confronti di Alberto Martinola, deceduto nell’aprile 1945 sul Mortirolo. Il 30 ottobre 1947, in seguito a un complesso dibattimento, condannò tutti gli imputati, tranne Ciotti che fu assolto per insufficienza di prove, per collaborazionismo e concorso in duplice omicidio. I condannati presentarono ricorso davanti al Tribunale supremo militare di Roma che accolse l’istanza e il 18 maggio 1948 ordinò che il processo fosse fatto ex-novo davanti al Tribunale militare di Firenze, annullando invece senza rinvio la sentenza per Prezioso che nel frattempo era deceduto. Il Tribunale territoriale di Firenze l’11 gennaio 1950 assolse per insufficienza di prove dall’imputazione di duplice omicidio l’ex console Zuccari e, sempre per lo stesso reato, dichiarò non punibili gli altri imputati in quanto avrebbero agito in “stato di necessità”. Inoltre stabilì di non dover procedere in ordine al reato di collaborazionismo, perché reato estinto per amnistia. Tra i fascicoli del cosiddetto “armadio della vergogna” ne è riemerso uno riguardante proprio Antonio Balducci e Virginia Longhi, che vedeva imputati il capitano Martinola e il tenente Prezioso per il reato di violenza con omicidio contro privati. Il 14 gennaio 1960 il Procuratore generale militare, Enrico Santacroce, ordinò la “provvisoria” archiviazione degli atti con una motivazione che si ripete praticamente uguale in tutti i fascicoli ritrovati: “poiché, nonostante il luogo tempo trascorso dalla data del fatto anzidetto, non si sono avute notizie utili per la identificazione dei loro autori e per l’accertamento della responsabilità”. Il fascicolo, rinvenuto presso la Procura militare di Roma nel 1994, fu trasmesso alla Procura militare di La Spezia. Il procedimento penale contro ignoti militi fascisti per il reato di violenza con omicidio ai danni di Balducci Antonio e Virginia Longhi è stato definitivamente archiviato nel 1996 per mancata identificazione degli autori.
Tipo di reparto fascista Reparto speciale
Nome del reparto 6. Compagnia/Battaglione M “La Camilluccia”/1. Legione d’Assalto M “Tagliamento”
Oscar Clavario
Nome Oscar
Cognome Clavario
Ruolo nella strage Autore
Stato imputato in procedimento
Note procedimento Il 4 settembre 1947 il Tribunale militare territoriale di Bologna, per le fucilazioni di Antonio Balducci e Virginia Longhi, rinviò a giudizio Zuccari Merico, Cecilia Guglielmo, Prezioso Pietro Carlo Francesco, Agostini Dante, Clavario Oscar, De Santis Angelo, Eliseo Raimondo, Sereni Gino, Volpi Filippo e Ciotti Luigi, dichiarando invece estinto il reato nei confronti di Alberto Martinola, deceduto nell’aprile 1945 sul Mortirolo. Il 30 ottobre 1947, in seguito a un complesso dibattimento, condannò tutti gli imputati, tranne Ciotti che fu assolto per insufficienza di prove, per collaborazionismo e concorso in duplice omicidio. I condannati presentarono ricorso davanti al Tribunale supremo militare di Roma che accolse l’istanza e il 18 maggio 1948 ordinò che il processo fosse fatto ex-novo davanti al Tribunale militare di Firenze, annullando invece senza rinvio la sentenza per Prezioso che nel frattempo era deceduto. Il Tribunale territoriale di Firenze l’11 gennaio 1950 assolse per insufficienza di prove dall’imputazione di duplice omicidio l’ex console Zuccari e, sempre per lo stesso reato, dichiarò non punibili gli altri imputati in quanto avrebbero agito in “stato di necessità”. Inoltre stabilì di non dover procedere in ordine al reato di collaborazionismo, perché reato estinto per amnistia. Tra i fascicoli del cosiddetto “armadio della vergogna” ne è riemerso uno riguardante proprio Antonio Balducci e Virginia Longhi, che vedeva imputati il capitano Martinola e il tenente Prezioso per il reato di violenza con omicidio contro privati. Il 14 gennaio 1960 il Procuratore generale militare, Enrico Santacroce, ordinò la “provvisoria” archiviazione degli atti con una motivazione che si ripete praticamente uguale in tutti i fascicoli ritrovati: “poiché, nonostante il luogo tempo trascorso dalla data del fatto anzidetto, non si sono avute notizie utili per la identificazione dei loro autori e per l’accertamento della responsabilità”. Il fascicolo, rinvenuto presso la Procura militare di Roma nel 1994, fu trasmesso alla Procura militare di La Spezia. Il procedimento penale contro ignoti militi fascisti per il reato di violenza con omicidio ai danni di Balducci Antonio e Virginia Longhi è stato definitivamente archiviato nel 1996 per mancata identificazione degli autori.
Tipo di reparto fascista Reparto speciale
Nome del reparto 6. Compagnia/Battaglione M “La Camilluccia”/1. Legione d’Assalto M “Tagliamento”
Pietro Preziosi
Nome Pietro
Cognome Preziosi
Ruolo nella strage Autore
Stato imputato in procedimento
Note procedimento Il 4 settembre 1947 il Tribunale militare territoriale di Bologna, per le fucilazioni di Antonio Balducci e Virginia Longhi, rinviò a giudizio Zuccari Merico, Cecilia Guglielmo, Prezioso Pietro Carlo Francesco, Agostini Dante, Clavario Oscar, De Santis Angelo, Eliseo Raimondo, Sereni Gino, Volpi Filippo e Ciotti Luigi, dichiarando invece estinto il reato nei confronti di Alberto Martinola, deceduto nell’aprile 1945 sul Mortirolo. Il 30 ottobre 1947, in seguito a un complesso dibattimento, condannò tutti gli imputati, tranne Ciotti che fu assolto per insufficienza di prove, per collaborazionismo e concorso in duplice omicidio. I condannati presentarono ricorso davanti al Tribunale supremo militare di Roma che accolse l’istanza e il 18 maggio 1948 ordinò che il processo fosse fatto ex-novo davanti al Tribunale militare di Firenze, annullando invece senza rinvio la sentenza per Prezioso che nel frattempo era deceduto. Il Tribunale territoriale di Firenze l’11 gennaio 1950 assolse per insufficienza di prove dall’imputazione di duplice omicidio l’ex console Zuccari e, sempre per lo stesso reato, dichiarò non punibili gli altri imputati in quanto avrebbero agito in “stato di necessità”. Inoltre stabilì di non dover procedere in ordine al reato di collaborazionismo, perché reato estinto per amnistia. Tra i fascicoli del cosiddetto “armadio della vergogna” ne è riemerso uno riguardante proprio Antonio Balducci e Virginia Longhi, che vedeva imputati il capitano Martinola e il tenente Prezioso per il reato di violenza con omicidio contro privati. Il 14 gennaio 1960 il Procuratore generale militare, Enrico Santacroce, ordinò la “provvisoria” archiviazione degli atti con una motivazione che si ripete praticamente uguale in tutti i fascicoli ritrovati: “poiché, nonostante il luogo tempo trascorso dalla data del fatto anzidetto, non si sono avute notizie utili per la identificazione dei loro autori e per l’accertamento della responsabilità”. Il fascicolo, rinvenuto presso la Procura militare di Roma nel 1994, fu trasmesso alla Procura militare di La Spezia. Il procedimento penale contro ignoti militi fascisti per il reato di violenza con omicidio ai danni di Balducci Antonio e Virginia Longhi è stato definitivamente archiviato nel 1996 per mancata identificazione degli autori.
Tipo di reparto fascista Reparto speciale
Nome del reparto 6. Compagnia/Battaglione M “La Camilluccia”/1. Legione d’Assalto M “Tagliamento”
Pietro Prezioso
Nome Pietro
Cognome Prezioso
Ruolo nella strage Autore
Stato imputato in procedimento
Note procedimento Il 4 settembre 1947 il Tribunale militare territoriale di Bologna, per le fucilazioni di Antonio Balducci e Virginia Longhi, rinviò a giudizio Zuccari Merico, Cecilia Guglielmo, Prezioso Pietro Carlo Francesco, Agostini Dante, Clavario Oscar, De Santis Angelo, Eliseo Raimondo, Sereni Gino, Volpi Filippo e Ciotti Luigi, dichiarando invece estinto il reato nei confronti di Alberto Martinola, deceduto nell’aprile 1945 sul Mortirolo. Il 30 ottobre 1947, in seguito a un complesso dibattimento, condannò tutti gli imputati, tranne Ciotti che fu assolto per insufficienza di prove, per collaborazionismo e concorso in duplice omicidio. I condannati presentarono ricorso davanti al Tribunale supremo militare di Roma che accolse l’istanza e il 18 maggio 1948 ordinò che il processo fosse fatto ex-novo davanti al Tribunale militare di Firenze, annullando invece senza rinvio la sentenza per Prezioso che nel frattempo era deceduto. Il Tribunale territoriale di Firenze l’11 gennaio 1950 assolse per insufficienza di prove dall’imputazione di duplice omicidio l’ex console Zuccari e, sempre per lo stesso reato, dichiarò non punibili gli altri imputati in quanto avrebbero agito in “stato di necessità”. Inoltre stabilì di non dover procedere in ordine al reato di collaborazionismo, perché reato estinto per amnistia. Tra i fascicoli del cosiddetto “armadio della vergogna” ne è riemerso uno riguardante proprio Antonio Balducci e Virginia Longhi, che vedeva imputati il capitano Martinola e il tenente Prezioso per il reato di violenza con omicidio contro privati. Il 14 gennaio 1960 il Procuratore generale militare, Enrico Santacroce, ordinò la “provvisoria” archiviazione degli atti con una motivazione che si ripete praticamente uguale in tutti i fascicoli ritrovati: “poiché, nonostante il luogo tempo trascorso dalla data del fatto anzidetto, non si sono avute notizie utili per la identificazione dei loro autori e per l’accertamento della responsabilità”. Il fascicolo, rinvenuto presso la Procura militare di Roma nel 1994, fu trasmesso alla Procura militare di La Spezia. Il procedimento penale contro ignoti militi fascisti per il reato di violenza con omicidio ai danni di Balducci Antonio e Virginia Longhi è stato definitivamente archiviato nel 1996 per mancata identificazione degli autori.
Tipo di reparto fascista Reparto speciale
Nome del reparto 6. Compagnia/Battaglione M “La Camilluccia”/1. Legione d’Assalto M “Tagliamento”
Raimondo Eliseo
Nome Raimondo
Cognome Eliseo
Ruolo nella strage Autore
Stato imputato in procedimento
Note procedimento Il 4 settembre 1947 il Tribunale militare territoriale di Bologna, per le fucilazioni di Antonio Balducci e Virginia Longhi, rinviò a giudizio Zuccari Merico, Cecilia Guglielmo, Prezioso Pietro Carlo Francesco, Agostini Dante, Clavario Oscar, De Santis Angelo, Eliseo Raimondo, Sereni Gino, Volpi Filippo e Ciotti Luigi, dichiarando invece estinto il reato nei confronti di Alberto Martinola, deceduto nell’aprile 1945 sul Mortirolo. Il 30 ottobre 1947, in seguito a un complesso dibattimento, condannò tutti gli imputati, tranne Ciotti che fu assolto per insufficienza di prove, per collaborazionismo e concorso in duplice omicidio. I condannati presentarono ricorso davanti al Tribunale supremo militare di Roma che accolse l’istanza e il 18 maggio 1948 ordinò che il processo fosse fatto ex-novo davanti al Tribunale militare di Firenze, annullando invece senza rinvio la sentenza per Prezioso che nel frattempo era deceduto. Il Tribunale territoriale di Firenze l’11 gennaio 1950 assolse per insufficienza di prove dall’imputazione di duplice omicidio l’ex console Zuccari e, sempre per lo stesso reato, dichiarò non punibili gli altri imputati in quanto avrebbero agito in “stato di necessità”. Inoltre stabilì di non dover procedere in ordine al reato di collaborazionismo, perché reato estinto per amnistia. Tra i fascicoli del cosiddetto “armadio della vergogna” ne è riemerso uno riguardante proprio Antonio Balducci e Virginia Longhi, che vedeva imputati il capitano Martinola e il tenente Prezioso per il reato di violenza con omicidio contro privati. Il 14 gennaio 1960 il Procuratore generale militare, Enrico Santacroce, ordinò la “provvisoria” archiviazione degli atti con una motivazione che si ripete praticamente uguale in tutti i fascicoli ritrovati: “poiché, nonostante il luogo tempo trascorso dalla data del fatto anzidetto, non si sono avute notizie utili per la identificazione dei loro autori e per l’accertamento della responsabilità”. Il fascicolo, rinvenuto presso la Procura militare di Roma nel 1994, fu trasmesso alla Procura militare di La Spezia. Il procedimento penale contro ignoti militi fascisti per il reato di violenza con omicidio ai danni di Balducci Antonio e Virginia Longhi è stato definitivamente archiviato nel 1996 per mancata identificazione degli autori.
Tipo di reparto fascista Reparto speciale
Nome del reparto 6. Compagnia/Battaglione M “La Camilluccia”/1. Legione d’Assalto M “Tagliamento”
Memorie
Memorie legate a questa strage
lapide a Pennabili, cimitero
Tipo di memoria: lapide
Ubicazione: Pennabili, cimitero
Descrizione: Al cimitero è stata posta una lapide in ricordo di Virginia Longhi, la cui epigrafe dice: “Gina Longhi N. 9.6.1918 – M. 4.8.1944 fucilata dai nazifascisti vittima di una assurda faida in nome di niente può chiamarsi soltanto assassinio”.
luogo della memoria a Pennabili
Tipo di memoria: luogo della memoria
Ubicazione: Pennabili
Descrizione: A Virginia Longhi è stata intitolata una via di Pennabilli.