Descrizione
Località Crescentino, Crescentino, Vercelli, Piemonte
Data 17 settembre 1944 - 19 settembre 1944
Matrice strage Nazifascista
Numero vittime 2
Numero vittime uomini 2
Numero vittime uomini anziani 2
Descrizione: Dal 28 agosto, giorno del rastrellamento di più di trentasette ostaggi da parte della Brigata nera di Vercelli, Crescentino visse, fino a martedì 19 settembre ’44, una situazione drammatica, che ebbe il primo apice nell’eccidio dell’8 settembre ’44 nel piazzale della stazione, eseguito dalla polizia tedesca al co¬mando del tenente colonnello Buch, co¬man¬dante della zona di sicurezza 23, coa¬diuvato¬ dai fascisti repubblicani di Vercelli. Il rapporto sulle “Violenze commesse da tedeschi e fascisti contro le popolazioni civili”, inviato in data 9 novembre 1945 alla Procura generale militare dal Ministero degli Af¬fari esteri di Roma, fu archiviato provvisoriamente il 9 agosto 1968 e poi definitivamente dal Gip del Tribunale militare di Torino in data 14 marzo 1995 (accusa contro ignoti militari te¬deschi per il reato di distruzione, art.187 Cmpg) dopo l’apertura dell’“armadio della vergogna” a Roma nel 1994: “19 settembre 1944, ore 5.39 case incendiate, parte distrutte completamente e parte parzialmente; autori delle violenze: militari tedeschi; testimoni del fatto: tutta la popolazione.
Il fatto: il 17 settembre ’44, nei pressi del ponte sulla Dora, fra Crescentino e Verolengo, un camion ed una autovettura transitanti, con a bordo militari tedeschi, vennero affrontati e fermati da alcuni individui armati che asportarono loro circa lire 20.000. Durante l’inchiesta eseguita gli incaricati tedeschi assodarono che in Crescentino, i manifesti affissi dal governo repubblicano erano tutti laceri mentre quelli affissi dai partigiani erano intatti. Iniziarono allora un generale saccheggio, furti, prelevamento di oltre 200 ostaggi e incendiarono infine parte dell’abitato, causando un danno che si crede aggi¬rantesi sui 50 milioni”. Gli ostaggi furono duecentodieci; più di cen¬to furono scambiati sul ponte di Crescentino ver¬¬¬so le 17 con tre prigionieri tedeschi e cinque militi repubblicani; circa venti furono portati al carcere di Vercelli, gli altri ottantasei furo¬no tra¬sferiti alla caserma “Morelli di Po¬polo” in corso Stupinigi 130, sede del reggimento “Niz¬za Cavalleria”, a disposizione dell’Ufficio per l’ingaggio dei lavoratori in Germania.
[Enrico Pagano]
Il 19 settembre 1944, nel corso di un rastrellamento, i due civili fanno aprire la porta di casa dalle mogli, mentre cercano di fuggire ma vengono raggiunti da colpi di fucile
[Bruno Maida]
Modalità di uccisione: uccisione con armi da fuoco
Violenze connesse: deportazione della popolazione,furto e-o saccheggio
Tipo di massacro: rappresaglia
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Estremi e note penali: Il rapporto sulle “Violenze commesse da tedeschi e fascisti contro le popolazioni civili”, inviato in data 9 novembre 1945 alla Procura generale militare dal Ministero degli Af¬fari esteri di Roma, fu archiviato provvisoriamente il 9 agosto 1968 e poi definitivamente dal Gip del Tribunale militare di Torino in data 14 marzo 1995 (accusa contro ignoti militari te¬deschi per il reato di distruzione, art.187 Cmpg)
Annotazioni: Nel database CPI-CIT vi sono due riferimenti all’episodio: in uno di essi si fa riferimento a 2 vittime (i due civili uccisi accidentalmente), in un altro si fa riferimento a 35 vittime, ma non ho trovato riscontro numerico in proposito. Ho unificato le schede, riportando i dati anagrafici dei 18 ostaggi detenuti presso le carceri di Vercelli dal 25 settembre 1944 a date diverse, rilasciati in gran parte l’11 ottobre successivo.
Note sulla memoria (per maggiori informazioni vedi la sezione apposita): Ancora oggi la comunità non conosce le motivazioni della rappresaglia, ci sono diverse interpretazioni.
Scheda compilata da Enrico Pagano e Bruno Maida
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2015-08-11 22:40:51
Vittime
Elenco vittime
Mezzano Giovanni, fu Casimiro e Lucia Zanero, nato a Verrua Savoia il 10 ottobre 1878, abitante a Crescentino in via Umberto 42 (oggi via Mazzini), agricoltore; la morte fu causata incidentalmente durante un’azione di rappresaglia nazifascista; lasciò la moglie e un figlio. Civile
Roveda Francesco, fu Giovanni e Maddalena Greppi, nato a Livorno Ferraris il 7 dicembre 1880, abitante in via Umberto 2, di professione impiegato, con moglie e figlio a carico. La mor¬te fu causata incidentalmente durante un’azione di rappresaglia nazifascista (ferito da una raffica di mitragliatrice, come è scritto nel registro delle cause di morte dal dottor Dente). Civile
Elenco vittime civili 2
Mezzano Giovanni
Roveda Francesco